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Progetto footprint territoriale: molte domande ma nessuna risposta

Come è noto, al margine dei due lunghi giorni di trattativa tra azienda e coordinamento nazionale RSU a Roma, il nuovo management di RELAZIONI INDUSTRIALI comunicava il progetto aziendale che prevede nei prossimi due anni l’accentramento su sedi cosiddette master di lavorazioni ad oggi gestite da uffici o sedi periferiche che hanno meno di 5 lavoratori. I 900 lavoratori interessati su base nazionale potranno scegliere tra un trasferimento a centinaia di chilometri di distanza o una ricollocazione in altra mansione a livello locale, e, nella giornata di martedì 29 ottobre scorso, l’azienda ha incontrato le RSU del Friuli Venezia Giulia per informare sulle ricadute previste per il nostro territorio (che riguarda 28 persone in totale, ripartite tra 2 a Pordenone, 15 a Trieste e 11 a Udine). Diciamo subito che l’informazione fornita non ha risposto nel modo più assoluto alle legittime domande che sono state poste: si è assistito da parte aziendale ad una esibizione di arrampicata sportiva su vetro. Non si è riusciti a giustificare in modo credibile le ragioni di una operazione che, in controtendenza con lo sbandierato utilizzo dello smart working, accentra lavoratori e funzioni dalle sedi periferiche, anche perché candidamente si ammette esplicitamente che le attese aziendali sull’adesione ad un eventuale trasferimento sono intorno all’1% dei lavoratori interessati (si attendono quindi DA SUBITO che il 99% declini la generosa offerta!). Quando poi sono stati richiesti maggiori dettagli sui reparti effettivamente coinvolti è stato risposto ancora una volta che al momento non si è entrati nel dettaglio, né se nei 28 siano o meno compresi lavoratori potenzialmente su base esodabile: quindi si mette mano ad un progetto di questo tipo senza saper bene né il perché né tantomeno chi ne farà parte, ma intanto si allarmano tutti i lavoratori (a proposito del nuovo clima nelle relazioni industriali). SNATER ritiene che questo progetto sia potenzialmente dannoso sia per l’azienda, sia per il territorio (che ne risulterà sicuramente impoverito), mentre lo sarà sicuramente per i lavoratori: se poi consideriamo che, di fatto, gli unici reparti strettamente legati al territorio sono le WOL con i tecnici on field (ed anche loro una specie in via di estinzione…), ecco come le prospettive appaiono tutto meno che rassicuranti!! SNATER ritiene infine che, con buona pace degli inviti manifestati in più riprese dal responsabile HR, non sia compito del sindacato (sicuramente NON di SNATER) quello di rassicurare i lavoratori sulla buona fede del management aziendale! Il nostro compito, ed a quello ci atterremo, è quello di vigilare affinché questo progetto, incomprensibile e dai contorni non molto chiari, non impatti sui lavoratori e, soprattutto, non sia l’apripista per piani di altro tipo. In altre parole, per SNATER questo progetto VA RITIRATO!!

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